Dal 1921 al 1944

 

Fin dal primo dopoguerra, l'assemblea dei soci del Corpo Musicale di Tavernola approvò lo Statuto della Banda. Questo importante documento è però andato perduto. Si sono tramandate solo alcune delle norme contenute in questo primo Statuto della banda di Tavernola:

- Il Corpo Musicale di Tavernola è autonomo ed autogestito; in caso di scioglimento, gli strumenti ed i beni della Banda passano in gestione al Comune.

- Coloro che intendono far parte della Banda devono versare lire 25, all'atto della iscrizione.

- Per ogni lezione di musica, il musicante dovrà versare la somma di dieci centesimi.

 

Le lezioni per gli allievi e la scuola di musica si tenevano in un locale di Piazza Sopra, vicino alla torre;

Questo locale diventerà poi sede della banca.

In quegli anni, alla direzione del Corpo Musicale si avvicendarono vari maestri, anche a causa di problemi di trasporto. Infatti, i maestri forestieri duravano piuttosto poco: i disagi che dovevano affrontare per raggiungere Tavernola erano tanti.

Nel 1921 il maestro Giacomo Tiraboschi riprende la direzione della Banda. Più tardi, nel 1926 l'incarico sarà affidato al maestro De Chiara di Brescia, che sarà a sua volta sostituito dal maestro Taramelli nel 1927.

Come per gli anni precedenti, a sostenere il Corpo Musicale sono sempre i signori Capuani, grazie ai quali, la Banda di Tavernola avrà il suo momento di gloria.

Durante la visita del Duce a Bergamo, nel 1928, furono invitate tutte le bande della bergamasca, per la sfilata in onore di Benito Mussolini.

La banda di Tavernola ebbe l'onore di eseguire, vicino al palco del Duce, la nuovissima «Marcia su Roma». Nessun’altra banda aveva questa partitura.L'avvocato Ettore Capuani, allora podestà di Bergamo, aveva procurato, in esclusiva, questa partitura per la Banda di Tavernola, che nell'occasione venne premiata.Da Allora in poi la Banda fu il «Premiato» Corpo Musicale di Tavernola.

Anche le notizie relative all’attività del Corpo Musicale, negli anni dal 1929 al 1932, sono piuttosto scarse. Gli anziani confermano che una certa attività ci fu in quegli anni. Ci si trovava un paio di volte, per preparare un servizio e, qualora il servizio fosse fuori paese, era necessario anticipare il rimborso spese ad alcuni musicanti, affinché potessero disporre del necessario per la trasferta.

1932 è un anno molto importante per la comunità tavernolese; la Parrocchia venne affidata a Don Pietro Bonicelli, un sacerdote che avrà una notevole rilevanza sia per Tavernola che per la banda stessa. Don Pietro Bonicelli, oltre ad essere cosciente della importanza della banda, dal punto di vista educativo, in un paese dove gli svaghi non erano certo molti, era un ottimo conoscitore di musica e considerò subito la banda con molta passione. Infatti, nel 1933, veniva stabilito, da un regolamento sottoscritto da tutti i musicanti, che il Corpo Musicale di Tavernola diventava parrocchiale ed assumeva la denominazione di Corpo Musicale «Religio et Patria».

La popolazione tavernolese, che già seguiva con molto interesse le vicende della sua banda, fu generosa quando, nel dicembre del 1933, i musicanti sfilarono per tutto il paese per porgere gli auguri di buone feste.

Dal bollettino parrocchiale del febbraio 1934:

“Ringraziamenti. La Direzione del Corpo Musicale ringrazia con tutto il cuore la popolazione di Tavernola che anche quest'anno volle cooperare a sostenere il Corpo Musicale.

Particolarmente: Sina Prof. Bernardo L 50 - Sina Cav. Luigi L 25 - Dott. Nicola Mario L 25 - Prof. Luigi Fenaroli L 25 - Francesco Don Camplani L 30 - ed i soci: Direttore Marchetti Giuseppe L 20 - Sig. Martinotti Giuseppe L 10 - Sig. Duci Giuseppe L 10 - Sig. Pusterla Carlo L 10 - Sig. Longa Luigi L 10¬Sig. Brigadiere dei R.R.C.C. L 10 - Sig.ra Ricardi Prof.ssa Giuseppina L 10 - Sig. Gino Capuani L 10¬Sig. Cataneo Leandro L 10 - Don Valsecchi Giuseppe L 15 - Sig. Pusterla Massimo L 10 - Sig. Paris Angelo L 10 - Sig. Soggetti Ismaele L 10 - Maestre Fasanini L 10 - Sig. Ghirardelli Zaccaria L 10 - Sig. Soggetti Raimondo L 10 - Sig. Costante Cancelli L 10 - Sig.na Tiraboschi Angiolina L 15 - Sig. Consoli Giovanmaria L 10 - Istituto Cacciamatta L. 20.

All'interessamento della Parrocchia verso la Banda, non restarono indifferenti i politici... del tempo, che altre mire avevano per il «Premiato» Corpo Musicale di Tavernola. Accadde così che nel 1934, la Banda, sollecitata da opposte fazioni, si sfascia. Lo strappo fu molto sofferto. AI di là di ogni facile retorica, la motivazione fu politica. Il Parroco auspicava un Corpo Musicale che rappresentasse la comunità cristiana del paese, il podestà ed i camerati pensavano ad una Banda che fosse espressione della presenza politica del partito fascista tra la popolazione di Tavernola.

La Banda si divise in due; una parte dei musicanti restò con la Parrocchia, quelli della maglia a strisce; altri seguirono i politici e formarono la «banda con il cappello» laica e libertina... Ambedue le bande svolsero, con alterne fortune, la loro attività. I servizi religiosi e le processioni erano presenziate dalla banda «della maglia a strisce», mentre i servizi civili erano di competenza della «banda con il cappello».

Fortunatamente questa divisione non durò che pochi mesi; a fine estate 1934 il Corpo Musicale si ricompose. La Parrocchia, sebbene a malincuore rinunciò alla «sua» banda e Don Bonicelli lanciò strali dal bollettino parrocchiale.

Dal bollettino dell'agosto 1934 Corpo Musicale:

“Finalmente si vede la fine di tutto il fracasso sconclusionato e di tutte le dicerie a riguardo del Corpo Musicale, fino al punto di essere intaccati di «antipatriottici» senza saperlo. Ora il Corpo Musicale cessa di essere parrocchiale come veniva stabilito dal regolamento debitamente firmato or fa un anno, il Prevosto ha fatto rinuncia ad ogni suo diritto ed ha messo tutto nelle mani del Podestà.

È giusto e doveroso che il Prevosto abbia a ringraziare tutti i musicanti sia per i servizi fatti come pure per le ore allegre passate insieme durante l'inverno passato.

Si crede poi bene dare il resoconto finanziario anche pubblicamente perché così almeno i soliti mormoratori ed eternamente scontenti, abbiano una base sulla quale poggiare le proprie critiche.

ENTRATA

Lire

USCITA

Lire

Fondo Cassa agosto 1933

38.90

Spese postali

17.00

Pagato dai soci per acquisto

 

Spese ance e ricambi

96.00

ance, libretti, bottoni

108.50

Riparazione strumenti

195.20

Servizio S. Michele

50.00

Per musica e libretti

168.20

Servizio a Vigolo

191.00

Falegname e elettricisti

48.00

Servizio Combattenti

49.90

Manifesti e cancelleria

120.00

Raduno elettorale

15.00

Per maglie divisa

175.00

Natale di Roma

25.00

Cedre e fregio

36.20

Offerte popolazione e sostenitori

709.70

Permessi 1933 e 1934

350.00

Tassa entrata musicanti

65.00

 

 

Totale

1.253.00

Totale

1.173.60

 

 

Disponibilità di cassa

77.40

 

Alla rinuncia alla Banda Don Bonicelli non si rassegnò molto facilmente; sullo stesso bollettino scriveva:

“Alcune Osservazioni

1) Secondo il regolamento, il permesso doveva essere pagato dal Prevosto, ed evidentemente se si rinuncia al regolamento, non c'è neppure per il Prevosto il dovere del pagamento, come pure le L. 100 annue da parte della fabbriceria.

2) Gli strumenti musicali comperati durante l'anno, sono tutti a carico del Prevosto, il quale senz'altro li ritira.

3) La popolazione, gli offerenti, vorranno perdonare se non si sono fatte le esecuzioni stabilite dal regolamento. La causa è nota a tutti. La direzione mentre chiede venia della mancata esecuzione sentitamente ringrazia.

Da queste righe trapela tutta l'amarezza di Don Bonicelli per come andarono le cose della Banda; la partita però non era ancora chiusa. La maggior parte dei musicanti era molto legata alla Parrocchia e solo per non rovinare definitivamente la Banda, aveva accettato che la stessa divenisse comunale.

Sempre sullo stesso bollettino, dell'agosto 1934, il Parroco sfodera gli artigli:

“Caro insinuante

ringrazio dell'apprezzamento e del giudizio molto confortante. Ah, ho capito! si aveva proprio l'interesse ad avere il Corpo Musicale!!!.

Se intendi parlare dal lato morale ti do una certa ragione: intanto che i giovani studiano musica ed assistono alle lezioni non fanno nulla di male. Dal lato materiale ti sbagli molto: figurati! pagare tasse erariali, fornire luce, locale, ed ogni tanto bagnare le aride fauci dei musicanti... non so dove ci possa stare il lato «interesse», Ragiona di più e sii meno maligno.

Il Corpo Musicale rimase comunque un «sorvegliato» speciale della Parrocchia, che attendeva il momento opportuno per restaurare il vecchio regolamento. Inoltre l'attrito fra Parroco da una parte, Podestà e politici... dall'altra non dava segni di diminuire.

In questi anni la direzione del Corpo Musicale fu affidata a Cirillo Tiraboschi figlio del maestro Giacomo. Successivamente si alternarono, per periodi più o meno lunghi, Lino Balducchi e Alessandro Zatti.

Lino Balducchi, padre di Francesco che sarà a sua volta musicante, organista e maestro della Corale S. Cecilia, aveva un'ottima conoscenza della musica e suonava egregiamente parecchi strumenti. Sandro Zatti resterà a lungo nella Banda sia come maestro, che come strumentista; diresse con grande passione anche la Corale S. Cecilia di Tavernola.

L'impegno dei maestri di musica tavernolesi fu, in quel periodo, veramente encomiabile, ma i risultati non erano mai rispondenti all'impegno profuso. Il Corpo Musicale era sempre presente alle varie manifestazioni, ma mancava assiduità e partecipazione da parte dei musicanti.

Molti erano i problemi che preoccupavano i giovani del tempo, non ultimo la ricerca di un posto di lavoro. Molti musicanti lasciarono il paese e la banda per cercare lavoro all'estero; per altri giovani il problema si poneva terminato il corso di solfeggio; non c'erano strumenti e pensare di acquistarli era impossibile. Quindi anche con maestri musicalmente preparati, non si riusciva ad avere buoni risultati.

Nel 1937 dal bollettino, il Parroco lanciava altri strali contro la Banda del Dopolavoro, rispondendo, o fingendo di rispondere ad una lettera:

“Caro Musicante,

ho gradito la tua e condiviso in parte ciò che chiedi. Dico in parte perché si poteva capire le cose anche un po’ prima. Ora ti dico francamente che questioni non ne suscito più, perché non credo sia il caso.

Se tu sei capace di fare un po’ di analisi di tutti i mutamenti di parere dei musicanti puoi stampare un libro intero di sciocchezze, e di liti, di dicerie e di tanta altra roba. Non sarebbe il momento di dare alla musica un po’ di disciplina? e prima della disciplina non sarebbe bene pagare i debiti? Quello che mi consigli io direi di farlo senz'altro tu stesso e cioè ricordare ai musicanti che in quest'anno vi è il centenario di Cortinica, che avrà luogo anche la celebrazione di una prima Messa ecc..

Provati a rammentare queste cosette, ma s'intende senza pregare alcuno, perché, capirai, per quanto mi sia gradita la musica pure vedo che anche altri paesi più importanti del nostro ne fanno senza... non avremo che da imitarli.

Ciao, in bocca al lupo.

Alcuni musicanti si recarono dal Podestà a rivendicare la loro autonomia, ma furono cacciati in malo modo. Perché cambino le cose sarà necessario attendere fino al 1945.

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